Perché l’opera oggi / Creazione e controversia (3/9)

 
Mario Martone | Ha affrontato per la prima volta I'Otello di Verdi e Boito nel 1982, trasfigurandolo, in una versione contemporanea col suo gruppo d'avanguardia Falso Movimento e col compositore americano Peter Gordon. Nel 1988 Oedipus Rex a Gibellina e nel 1999 Charlotte Corday di Ferrero all'Opera di Roma. Dopo il debutto napoletano, la sua regia di Cosi fan tutte viene scelta da Claudio Abbado per la sua prima direzione del capolavoro mozartiano. Al San Carlo Martone completa la Trilogia Mozart / Da Ponte con Don Giovanni (Opera Award 2002) e Le nozze di Figaro. Affronta tre volte Rossini al Rossini Opera Festival (ROF) con Matilde di Shabran (per la quale riceve il Premio Abbiati per la regia nel 2004), Torvaldo e Dorliska e Aureliano in Palmira (International Opera Award 2014). Nel repertorio moderno e contemporaneo spiccano le sue messe in scena della Lulu di Berg al Massimo di Palermo, di Antigone di Fedele al Maggio Musicale Fiorentino (Premio Abbiati nel 2007), della rielaborazione del Combattimento di Tancredi e Clorinda di Battistelli a Ravello, di Sancta Susanna di Hindemith all'Opéra Bastille a Parigi, di The Curlew River e The Prodigal Son di Britten e di The Bassarids di Henze all'Opera di Roma (ancora Premio Abbiati nel 2015). Un posto a parte nella produzione lirica di Martone ha Verdi, di cui mette in scena numerose opere. La prima è del 2005, alla Royal Opera House di Londra, Un ballo in maschera, cui seguono Falstaff e Macbeth a Parigi, Otello a Tokyo, di nuovo Falstaff a Berlino, e le produzioni scaligere Oberto, conte di San Bonifacio e Luisa Miller. Sempre alla Scala realizza il dittico Cavalleria rusticana / Pagliacci, concepito come due produzioni distinte che verranno riprese più volte, e inoltre due opere di Umberto Giordano, La cena delle beffe e Andrea Chénier (che apre la stagione della Scala nel 2017) e Chovanščina di Musorgskij (Premio Abbiati 2019). Nel 2011 per il film di argomento risorgimentale Noi credevamo realizza una colonna sonora composta di brani attinti dal repertorio lirico dell'Ottocento italiano. Nei lockdown del 2020 e del 2021 per l'Opera di Roma cura la regia a teatro vuoto de Il barbiere di Siviglia e de La traviata. Ha aperto la stagione 2021/2022 del Teatro di San Carlo con I'Otello di Verdi.
Perché l’opera oggi / Creazione e controversia (3/9)
Mario Martone | Ha affrontato per la prima volta I'Otello di Verdi e Boito nel 1982, trasfigurandolo, in una versione contemporanea col suo gruppo d'avanguardia Falso Movimento e col compositore americano Peter Gordon. Nel 1988 Oedipus Rex a Gibellina e nel 1999 Charlotte Corday di Ferrero all'Opera di Roma. Dopo il debutto napoletano, la sua regia di Cosi fan tutte viene scelta da Claudio Abbado per la sua prima direzione del capolavoro mozartiano. Al San Carlo Martone completa la Trilogia Mozart / Da Ponte con Don Giovanni (Opera Award 2002) e Le nozze di Figaro. Affronta tre volte Rossini al Rossini Opera Festival (ROF) con Matilde di Shabran (per la quale riceve il Premio Abbiati per la regia nel 2004), Torvaldo e Dorliska e Aureliano in Palmira (International Opera Award 2014). Nel repertorio moderno e contemporaneo spiccano le sue messe in scena della Lulu di Berg al Massimo di Palermo, di Antigone di Fedele al Maggio Musicale Fiorentino (Premio Abbiati nel 2007), della rielaborazione del Combattimento di Tancredi e Clorinda di Battistelli a Ravello, di Sancta Susanna di Hindemith all'Opéra Bastille a Parigi, di The Curlew River e The Prodigal Son di Britten e di The Bassarids di Henze all'Opera di Roma (ancora Premio Abbiati nel 2015). Un posto a parte nella produzione lirica di Martone ha Verdi, di cui mette in scena numerose opere. La prima è del 2005, alla Royal Opera House di Londra, Un ballo in maschera, cui seguono Falstaff e Macbeth a Parigi, Otello a Tokyo, di nuovo Falstaff a Berlino, e le produzioni scaligere Oberto, conte di San Bonifacio e Luisa Miller. Sempre alla Scala realizza il dittico Cavalleria rusticana / Pagliacci, concepito come due produzioni distinte che verranno riprese più volte, e inoltre due opere di Umberto Giordano, La cena delle beffe e Andrea Chénier (che apre la stagione della Scala nel 2017) e Chovanščina di Musorgskij (Premio Abbiati 2019). Nel 2011 per il film di argomento risorgimentale Noi credevamo realizza una colonna sonora composta di brani attinti dal repertorio lirico dell'Ottocento italiano. Nei lockdown del 2020 e del 2021 per l'Opera di Roma cura la regia a teatro vuoto de Il barbiere di Siviglia e de La traviata. Ha aperto la stagione 2021/2022 del Teatro di San Carlo con I'Otello di Verdi.
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