La nostra concezione del tempo storico continua a risentire fortemente del concetto di progresso, sembra che non si riesca a fare del tutto a meno dell’idea di progresso nel momento in cui immaginiamo la nostra vita collettiva futura. Ma da dove è nata l’esigenza di concepire il movimento della storia come un percorso che conduce alla realizzazione sempre più piena di un orizzonte di aspettativa? E davvero dobbiamo considerare obsoleta questa idea?
Regia
Giulia Vannucci
Soggetto
Rolando Vitali, Chiara Montalti